IL SUD - LE REGIONI PRESAHARIANE
DA SIDI-FNI A MERZOUGA GIORNI 11 KM.1.287
Di buon mattino ci siamo messi in viaggio percorrendo a ritroso la
strada che porta a Tiznit. Ci siamo fermati in un Camping situato nel
giardino di un hotel a 5 stelle. Pensate, i servizi, le docce erano
situati all’interno dell’hotel preceduti da sale di aspetto arredate con
divani, poltrone, quadri, specchi e tappeti. Nel pomeriggio mia moglie e
Pina sono andati a visitare il Suq dei gioiellieri.
I vicoli che costeggiano i grandi muri di cinta attorno ad una piazzetta
sono piene di negozi dove vi si possono vedere gioielli berberi in
argento di raffinata fattura ed armi decorate con filigrana d’argento.
Tuccio ed io abbiamo cercato uno sportello bancario per prelevare moneta
contante.
In proposito, non portate moneta in contante in quantità eccessiva.
Esiste una rete di banche e sportelli bancomat in tutte le città.
Accettano tutte le carte di credito VISA, MAESTRO,CIRCUS. POSTAMAT,
ecc, ecc. In Marocco, l’unico Ufficio pubblico statale presente è
l’ufficio postale anche di piccola entità demografica.
L’indomani siamo partiti per Tafraoute. Il paesaggio è pieno di piccole
oasi di palmeti verdi dove vengono coltivati grano, ortaggi, e alberi da
frutto quali melograni, mele, fichi, pesche. Percorsa la pianura la
strada incomincia a salire lungo i fianchi della montagna in un
paesaggio di selvaggia bellezza. La strada è piena di curve e stretta,
ma ci regala un emozionante spettacolo: i mandorli in piena fioritura.
Ci siamo fermati a quota 1200 metri di altitudine per il pranzo in uno
spiazzo antistante ad una struttura alberghiera.
Nel primo pomeriggio abbiamo ripreso il viaggio celermente per l’arrivo
della nebbia. La visibilità si era ridotta enormemente e siamo stati
fortunati perché la strada scendeva verso valle e la nebbia si era
dissolta. Mentre ci avviciniamo a Tafraoute, la strada attraversa una
valle a fianco di un fiume, tra due barriere di roccia bizzarre nelle
forme e sospese incombenti su case e villaggi costruiti ai piedi o sui
fianchi della montagna. Tafraoute è posta in una vallata dell’Anti
Atlante, circondata da un anfiteatro di montagne granitiche rosa
e da palmeti, mandorli, olivi. E’ meta turistica perché si offre da base
per escursioni nei dintorni che vengono organizzate da Agenzie il loco.
Il tramonto offre uno spettacolo molto bello. La luce che ribalza dal
granito rosa si diffonde sulle case, sulla vegetazione, in colori
fantastici. Dopo due giorni abbiamo ripreso il viaggio per Igherm – Tata
ed abbiamo raggiunto Foum Zguid. Si attraversano regioni molto vaste e
silenziose. Spesso la strada si snoda su letti di fiumi torrenziali,
quasi tutti secchi, pieni di pietrame e sabbia. Si prosegue in un
paesaggio molto vasto e disabitato, mosso solo sa ondulazioni collinari.
Ogni tanto si incontrano mandrie di dromedari a pascolo condotti da
bambini

Ci siamo fermati per il caffè fuori dal nastro stradale. Il traffico
veicolare è quasi inesistente, la strada rettilinea che va verso
l’orizzonte scompare in un paesaggio lunare, il silenzio, la solitudine,
il fascino della natura vergine, la distanza che sembra non avere mai
fine, crea un’atmosfera del tutto inconsuet a. Mediante la strada P 31 ci
siamo a portati a Zagora attraversando la Valle del Draa. Il percorso si
snoda a fianco l’omonimo fiume che discende dall’Anti Atlante alimentato
da affluenti che provengono da versanti diversi.
Da Tansikht a Zagora sembra un'unica oasi. Il tratto, 100 Km circa, è
costellato da fitti palmeti e da cittadelle fortificate. All’interno dei
palmeti sono attivate molte colture, dagli ortaggi alla frutta, dal
grano alle fave, lenticchie, piselli, ecc.ecc. alle palme di datteri.
Lungo il nodo stradale si incontrano molte persone che si spostano a
piedi da un villaggio all’altro. I ragazzi vanno o tornano dalle scuole.
Molte donne tornano a casa dopo aver lavorato nei campi tutto il giorno.
La condizione femminile non è rosea: si vedono cariche di erbe che
raccolgono in campagna per


il foraggio degli animali o con recipienti di
terracotta per attingere l’acqua potabile dalle sorgenti, o a dosso di
asini.
Partecipa attivamente alla lavorazione della terra con l’aratro a
chiodo, tirato da un mulo o asino. In casa oltre ai lavori domestici
panifica e cuoce il pane nel cortile in mezzo alla cenere prodotta dalla
brace della legna. In questa parte del Marocco, in particolar modo nelle
campagne, le donne vestono secondo le antiche tradizioni, si coprono il
capo ed il viso con veli di color blu. Il soprannome di “ Uomini blu”,
abitanti di questa regione, deriva dal tipico ampio telo blu con cui gli
uomini, sin da giovani, si avvolgono il capo e il viso, lasciando solo
una fessura per gli occhi. Questa acconciatura è un insostituibile
riparo dal vento e dalla sabbia, nessun uomo tuaregh si priva mai,
neppure nella vita privata. Nelle città, medie e grandi, le donne, sia
berbere, in particolare quelle giovani, vestono all’europea
.
Non à consentito fotografare le donne e se si chiede il permesso
rifiutano categoricamente. Attualmente Zagora è una rinomata città
turistica denominata “la porta del deserto”. Dal Gebel Zagora il
panorama è magnifico e abbraccia contemporaneamente il palmeto, il
deserto che lo circonda da ogni lato. Abbiamo raggiunto il camping
(foto). Dopo aver visitato la città abbiamo ripreso il viaggio verso
Quarzazate ripercorrendo la valle del Draa dove ogni tanto si incontrano
delle costruzioni in terra battuta e paglia dette”Ksaur” e alcuni
villaggi di varia estensione. Percorsi 159 kilometri ci siamo fermati
nel Campeggio Municipale. Il gestore del Camping, acquisita la
cittadinanza italiana per avere sposato una connazionale, è ritornato in
Marocco e parla correttamente la lingua italiana. Ci ha procurato una
guida, con auto per l’indomani per visitare la città , i luoghi più
interessanti.

ABDOUL il nome della guida.
Si è presentato al Camping alle 8,45 per iniziare la visita dei
monumenti. La città di Quarzazate è stata costruita tra le valli, alla
confluenza dei fiumi Draa e Dades (Rose) , strategica per l’esplorazione
del sud. Sicuramente, a renderla nota ed a farne la fortuna turistica è
la presenza degli studi cinematografici Atlas

dove sono stati girati i film “Il thè nel deserto”, ”La Bibbia”,
“Lawrence d’Arabia”. Visita a pagamento 100 Dh
A 12 km circa dal centro ci ha portato a visitare la casa del Pascià
.
La visita è a pagamento. E’ un edificio a più piani con muri perimetrali
molto spessi, affiancati da torri merlati, dalla quale si gode una vista
panoramica sulla valle e dell’uadi Quarzazate

Dopo aver
visitato la camera della favorita,la sala da pranzo,il salone di
ricevimento, ci hanno offerto il
Thè. Gli ambienti sono abbelliti con
stucchi e soffitti in legno di cedro dipinti, illuminati da grandi
lampadari.
E’ un piccolo castello ben conservato ed è molto interessante constatare
i processi di costruzione tradizionali nel conservare la riproposizione
delle forme originarie.
Abdoul, sfruttando le sue conoscenze, ci ha fatto visitare la casa di
abitazione di una famiglia dentro la Kasba di Taourirt.
Nella Kasba si entra a piedi, le strade non consentono l’accesso e la
circolazione delle auto perche strette, si percorrono stradine larghe
non più di un metro e cinquanta, passaggi coperti quasi bui e
maleodoranti. Si entra nell’abitazione mediante una scala tortuosa, con
gradini non uniformi. Ci accomodiamo in un ambiente dove i muri
perimetrali sono coperti da divani. L’accoglienza è calorosa, ci vengono
offerti dolci e il thè alla menta.


L’abitazione è composta di due ambienti che sono la cucina e la stanza
dove siamo ospitati, che serve per ricevimento, soggiorno, pranzo e la
notte per dormire. Il nucleo familiare era composto dai genitori e tre
figli di cui uno di alcuni mesi, un bambino, bellissimo, meraviglioso,
che Pina e mia moglie si sono contese per tenerlo in braccio. Gente
povera, ma dignitosa nella loro condizione sociale, aperta, affettuosa e
molto ospitale. Più tardi Abdoul alla guida del suo mezzo ci ha portato
a visitare il lago ad una decina di Km dalla città. Quarzazate affascina
il visitatore con le sue caratteristiche mura di terra rossa che, al
tramonto, riflettono sulla città una luce calda e ovattata. Un’altra
caratteristica della città è la presenza massiccia dei Tuareg
riconoscibili dal vestiario caratteristico di colore blu. Al ritorno ci
ha condotto verso il suq dove abbiamo fatto la spesa alimentare. A
pranzo abbiamo avuto ospite Abdoul il quale, ringraziandoci, ci detto
che “ in vita sua non aveva mai mangiato spaghetti cosi buoni”. Nel
primo pomeriggio, dopo aver preso l’appuntamento, Abdoul ha accompagnato
Pina e mia moglie dal parrucchiere. Tuccio e Abdoul, nell’attesa, hanno
girato la città con la macchina. Al ritorno ho pregato Abdoul di andare
in città a prendere un Tecnico Tv perché avevo problemi con l’impianto
della televisione nel Camper. In proposito:
La ricezione del segnale satellitare in Marocco è ottima a condizione
che adottiate due consigli:
a) Dotatevi di un’antenna con disco parabolico non meno di 80 cm. di
diametro;
b) Bisogna ruotare l’illuminatore di 15 gradi verso sinistra per
ricevere il segnale al 100%.
Abdoul ha portato il Tecnico e dopo l’intervento lo ha riaccompagnato.
E’ rimasto con noi sino alle 18,30. Per tutta la giornata a disposizione
l’ho retribuito con 50 Euro. Inizialmente non voleva accettarli perché
troppi, poi spinto da tutti noi, con grande imbarazzo li ha presi.
L’indomani abbiamo ripreso il viaggio verso TINGHIR attraverso la valle
Dades, famosa per le sue rose e dalle mille casbah, consapevole di
lasciarci alle spalle una città bella, linda, pulita e rosa ed una
persona affettuosa, religiosa, premurosa, grande lavoratore qaul’è
Abdoul.
Ci siamo fermati all’inizio della città di Tinghir nel camping ”Le
soleil”. Un buon camping, piccolo ma accogliente. Nel pomeriggio abbiamo
visitato il centro e contattato il Taxi per l’indomani, per visitare le
gole del Todra. Le gole distano circa 12 Kilometri dalla città e si
percorre la strada che costeggia il fiume che ha dato le origine alla
gola. Il contrasto è forte che risalta tra il verde delle palme e
coltivazioni e la terra scura e i villaggi che si attraversano. Le case
sono dello stesso colore del suolo e altre rosa antico che è un colore
nazionale.
Il grande Taxi, mercedes, ci trasporta sin dentro la gola. Sono sceso
dal Taxi è mi si è presentato una scena mozzafiato. La strada scorreva
tra il fiume Todra e le pareti rocciose scoscese che raggiungono in
alcuni punti 250 metri.

In un’ansa del fiume, dal lato opposto alla strada, hanno costruito una
struttura ricettiva, di color rosa, e per raggiungerla si deve
attraversare il fiume su una passerella in legno.



L’indomani siamo partiti per Erfoud – Merzouga . La strada è ottima, il
traffico è completamente assente, si percorre il nastro stradale che
scorre verso l’orizzonte dove appaiono splendidi scenari del deserto
Sahariano ed ogni tanto i tipici villaggi berberi. Abbiamo attraversato
le cittadine di Anif e Rissani ai margini dell’oasi per arrivare nel
pomeriggio tardi a ERFOUD. Il campeggio dove ci siamo fermati era posto
a pochi metri dalle dune del deserto rosa.



Abbiamo avuto l’opportunità di ammirare il meraviglioso calare del sole
in mezzo alle dune che si colorano di colori meravigliosi, sembra che si
incendiano. Il mattino seguente ci siamo svegliati abbastanza presto per
fare una piccola escursione sulle dune per ammirare il sorgere del sole.
Guardare le distese dune del deserto evoca scenari immobili, misteriosi,
desolati. Eppure, sono convinto, che vedere la luce del tramonto sulle
dune del deserto, è uno spettacolo che difficilmente si dimentica per i
colori che sa inventare. Tonalità dal rosa al rosso oro.


Più tardi abbiamo fatto l’escursione con il fuoristrada Land Rover 4x4
in mezzo alle dune rosse del deserto. Abbiamo visitato una miniera
abbandonata percorrendo una pista nel deserto molto accidentata, un
villaggio abitato da una popolazione nera, venuta dal Senegal, ed un
grande lago in mezzo ad un territorio nero piene di sassi che sembra
roccia lavica.
Frisa Giacomo
Via Matteotti,n.34
90020 SCILLATO (PA)
E-mail: frisagi@inwind.it
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